
Usi e costumi
Una domanda che sorge spontanea è: ma come hanno fatto i romani a controllare un così vasto impero?
Ciò che permise alla civiltà romana di durare per oltre mille anni fu la diffusione del suo modus vivendi: il modo di vestirsi, di mangiare, di interagire con gli altri, il tutto inquadrato in un preciso sistema di leggi e regole sociali.
“I romani instillavano lo spirito della romanitas nei notabili locali, li incoraggiavano a salire la scala della carriera politica, concedevano loro la cittadinanza, li istruivano su come confezionare toghe, donavano loro copie di Virgilio, li educavano all’arte oratoria…”. (Johnson cit.).
Strumento potente di omologazione dei cittadini fu l’Eneide di Virgilio che fu distribuita in tutto l’Impero, poiché fece sentire tutti i cittadini “romani” e perché dava voce all’ideologia e ai valori del principato augusteo: ordine, pace, ritorno alle virtù tradizionali e mito di Roma.
I romani diffusero in tutto l’Impero anche il loro modo di passare tempo libero, costruendo anfiteatri, circhi e terme con le stesse tecniche costruttive e architettoniche.
Anche in alcune tombe si possono notare fattori di omologazione romana. Al museo di Magonza è conservata una lapide funeraria che raffigura i coniugi Blusso e Menomane: i nomi sono tipicamente non romani, come i monili di lei e il copricapo di lui, ma l’iscrizione è in latino, i corpi sono inumati secondo l’usanza latina, i defunti sono raffigurati in una postura tipicamente romana, con oggetti tipici del modo di vivere romano.

Bassorilievo rafigurante la postura romana sui triclini
Speed-art del tipico vestiario romano