
Plurimae gentes, unus populus
Tante perone, un unico popolo: infatti all'interno dell'impero romano vi erano più etnie aventi tradizioni e culture diverse; ma ovunque si andasse, si trovavano sempre le strutture e i costumi romani, come se tutte quelle persone fossero state dello stesso popolo. L'essenza di questa realtà è racchiusa nella narrazione della fondazione di Roma
Un mito per il sogno di una nuova civiltà
La leggenda narra che Romolo, al momento della fondazione della cittá di Roma, Raccolse a questo scopo uomini provenienti da ogni regione: scavata la fossa di fondazione per costruire il centro della futura cittá ciascuno di questi uomini gettó dentro la propria zolla di terra mischiandola con tutte le altre. Cosí il cittadino romano era uno straniero che aveva portato con sé un pezzo della propria terra da mescolare con quella degli altri, mescolando cosí anche sé stesso con gli altri stranieri. Su questo esempio, e non sul filo spinato che separa le frontiere o sui muri innalzati per dividere, dovrebbe fondarsi una nuova cultura umana, in cui le frontiere siano solo le sfide per la condivisione di libertá e conoscenza.
Un racconto: "Tutto il mondo è paese"
Tutto il mondo è paese. Lo sta diventando sempre di più. Non so se questo è un bene oppure un male, chi sono io per deciderlo? Già chi sono io? Il mio nome è Attilius. Sono un cittadino romano come tutti gli altri. Faccio il lavoro più bello del mondo, non sono un avvocato, un generale, un proconsole, un senatore; no, sono un messaggero. Non potrei esser più felice di fare questa umile professione. Insomma, viaggio in tutto il mondo e vedo qualsiasi cosa: vedo le nuove conquiste dell'impero, vedo i nuovi monumenti che vengono eretti ogni giorno, vedo le altre popolazioni, le varie tribù, imparo un po’ di nuove culture e nuove lingue. Mi sposto come capita; in nave, a piedi, a cavallo… non importa, l'importante è viaggiare. Certo devo anche fare in fretta perché devo consegnare lettere e messaggi. L'unica cosa negativa è che vedo poco la mia famiglia, ma me ne sono fatto una ragione. Negli ultimi tempi ho notato che la varietà nell'impero sta diminuendo. Mi sembra che i vari territori siano sempre più simili; ovunque si vedono teatri, anfiteatri, ville, domus, acquedotti e molto altro. La cosa più sorprendente è che sono costruiti tutti con la stessa tecnica, quella romana naturalmente. Ma forse è meglio, voglio dire, se tutti i popoli sono uniti in un unico, grande gruppo, non si faranno guerra tra di loro e regnerà la pace per un po’, spero. Tutto il mondo è paese. Mi piace come frase perché è perfetta per questa situazione. Questa frase si usa quando ovunque si fanno le stesse cose o si vedono le stesse cose, qui più o meno è così. Non sto assolutamente dicendo che tutte le persone del mondo sono identiche, però Roma penso che voglia che sia così, anche se devo ammettere che permette di praticare tante religioni e si dimostra tollerante nei confronti delle varie culture. Solo i barbari non sono tollerati; ma in effetti, come dare torto a Roma. Dopo la tragedia di Teutoburgo, i barbari non si meritano il nostro aiuto. Almeno abbiamo conquistato l'altra parte del Reno. Ho visto anche che Adriano e i suoi predecessori hanno costruito un confine fatto di fortificazioni, lo chiamano limes*. Adriano si che era un bravo imperatore. Lui amava viaggiare, proprio come me; quanta stima e rispetto che provo per quell'uomo. Ha anche permesso di tenerci la Britannia, costruendo anche lui la sua cinta di mura. Ho visto quel muro, è infinito. Ho provato ad avvicinarmi, ma è di continuo una zona di guerra quella e non ho potuto fare più di tanto. In compenso sono riuscito a fare una visitina al forte di Vindolanda. Ero curioso di sapere come è un forte al confine e posso dire che si vede molto che Adriano teneva alle condizioni dei soldati, sono fatti davvero bene questi fortini. Questo impero è incredibile. Non riesco a immaginarne uno più vasto. Roma è riuscita a pacificare la penisola iberica, i galli, i caledoni; è riuscita pure a tenere testa ai barbari e ai parti. L'ho visto, io. Sono stato a Italica, in Spagna; quell'anfiteatro è veramente gigantesco. Ho anche visto Magonza; è un bella città, dopotutto è la capitale dell'Germania Superiore. Roma ha subito tante vittorie e poche ma dolorose sconfitte. Il suo punto forte è l'organizzazione. Ha reso come se stessa quasi tutto l'impero, ha imposto il latino come lingua ufficiale, io lo sento parlare ovunque e ha fatto moltissime altre cose importanti. Quello che mi sorprende è che gli imperatori non si accontentano mai. Solo alcuni imperatori, come Vespasiano e Adriano, pensarono a proteggere ciò che era stato preso e non provavano a prendere ancora. E' tutta una questione di punti di vista. Per un imperatore avere un impero simile alla sua capitale è la cosa migliore per garantire la sicurezza e la stabilità dell'impero. Per quelli come me, a cui piace mantenere le tradizioni e la varietà, la romanizzazione rende meno interessante il mondo. D'altronde io dico sempre tutto il mondo è paese; gli imperatori invece vogliono dire tutto il mondo è il mio paese.
*Ci troviamo nella metà del II secolo a.C.